Azienda di Salerno vittima di Usura Bancaria. A giudizio 13 funzionari della BNL
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05/10/2016Il tribunale di Padova ha imposto all’istituto senese di restituire 160mila euro a Gianfranco Simonato, presidente della Cooperativa Edile di Lavoro di Conselve.
Antonveneta, acquisita da Monte dei Paschi nel 2008, gli aveva imposto il rientro da 140mila euro di scoperto.
L’azienda per questo ha rischiato di chiudere e ha dimezzato la forza lavoro
Fu usura e fu una banca. La storia arriva dal Veneto e riguarda una società cooperativa andata in crisi e costretta a dimezzare la forza lavoro per pagare gli interessi oltre soglia chiesti dal Monte dei Paschi di Siena, condannato dal Tribunale civile di Padova non solo ad azzerare il debito, ma anche a risarcire l’azienda. L’ordinanza del giudice Luca Marani ha infatti ritenuto Mps responsabile di anatocismo, cioè applicazione di interessi sugli interessi, e di superamento del tasso soglia, quello oltre il quale scatta l’usura. Montepaschi, in questi giorni protagonista in negativo in Borsa insieme a tutto il comparto bancario, ha dovuto quindi firmare un assegno da quasi 160mila euro a Gianfranco Simonato, presidente della Cooperativa Edile di Lavoro di Conselve.Watch Full Movie Online Streaming Online and Download
Simonato aveva aperto alcune linee di credito con Antonveneta,di cui nel 2007 Giuseppe Mussari, presidente dell’istituto toscano, decise l’esosa acquisizione per la quale è a processo. Poi, come avvenuto per tanti imprenditori, la crisi si era fatta sentire e lo scoperto di uno dei conti era arrivato a superare i 140mila euro. “Riuscivamo a pagare gli interessi ma non a coprire il debito – ha raccontato a Il Mattino di Padova -.
Pure in difficoltà si lavorava ma gli interessi ci strozzavano e la banca continuava a chiederci di rientrare dallo scoperto”. Per soddisfare le richieste dell’istituto quindi la cooperativa era dovuta ricorrere a misure estreme come dimezzare la forza lavoro da 18 a nove persone.
L’imprenditore si è reso conto che qualcosa non andava e nell’aprile 2014 è partita la causa che dopo 18 mesi si è conclusa con la sentenza emessa a fine novembre. Che impone di restituire all’ex correntista 141.845 euro più gli interessi legali e le spese di lite. Il giudice Luca Marani ha emesso la sua ordinanza sulla base della consulenza tecnica del commercialista Carlo Mariano, che ha verificato e riscontrato il superamento del tasso soglia per alcuni mesi. “I tassi individuati dal sottoscritto sono usurai – si legge a pagina 13 della relazione – anche secondo la perizia del dottor Tasca”.
Il provvedimento rilevante al di là delle cifre perché la banca assumeva di essere creditrice e in realtà era debitrice di somme importanti. Nelle more del giudizio, l’istituto di credito continuava a chiedere il rientro delle somme e l’imprenditore era preoccupato che potessero segnalarlo alla centrale rischi. Una segnalazione che avrebbe comportato la chiusura di tutti i suoi conti e la fine civile della azienda.
E’ necessaria una valutazione sul sistema bancario in generale.
I 200 miliardi di sofferenze bancarie che l’ABI (Associazione Bancaria Italiana) dice di avere infatti potrebbero invece essere 400 a favore dei clienti delle banche e questa causa lo ha dimostrato.
Non sono debiti ma crediti.
Un dato statistico. Nell’85 % degli impieghi bancari (mutui, affidamenti, ecc) risultano evidenti anatocismo, interessi usurari e commissioni espese non correttamente pattuite“.
Tratto da “Il Fatto Quotidiano”