Usura: banca antonveneta (OGGI MPS) condannata a risarcire società pugliese
05/20/2016Banca condannata a risarcire correntista. Giustizia è fatta!
05/22/2016Tempi duri per le banche, tempi durissimi per Carife. Che, in questo caso, chiedeva ad un correntista di pagare uno scoperto di 54 mila euro (per i ricalcoli), ma alla fine del contenzioso il tribunale civile ha condannato la banca a pagare invece a restituire al cliente 105mila euro. Tutto ruota attorno ai conteggi dei conti correnti della società Emporio dell’Auto, che aveva aperto una linea di credito nel 1999: i due conti però, avevano portato, secondo la banca – col calcolo di scoperti, di interessi e tassi, accessori, spese di gestione e orpelli vari e obbligati – alla richiesta della cifra di 54mila euro. Da pagare, in quanto Carife chiedeva il rientro dello scoperto. La società in questione, legali e consulenti, però, dopo aver approfondito la questione e svolto perizia sui conti, hanno rilevano irregolarità. Insomma, Carife aveva torto. Da qui parte un tentativo di mediazione tra le parti, ma Carife è convinta delle proprie ragioni e fa scattare l’ingiunzione di pagamento per 54.530,13 euro. Ma il decreto ingiuntivo (con pagamento immediato) viene impugnato dai legali, che attivano il contenzioso. La decisione di opporsi era motivata dal fatto che l’accertamento peritale, svolto in precedenza sui conti correnti e sui ricalcoli delle somme, dava risultati a favore dei correntisti, la società.
A questo punto, il decreto ingiuntivo viene bloccato e si apre la causa dove la perizia di parte viene ritenuta valida, acquisita, tanto che il giudice Roberto Vignati ha poi accolto la tesi di società e legali. Il giudice Vignati ha sì respinto la richiesta di pagamento della Carife, ma non solo: ha anche accolto il riconteggio proposto da società, legali e perito (partendo dalle norme sull’anatocismo), condannando – beffa nella beffa – Carife al pagamento della somma ricalcolata e dovuta ai correntisti: 105.571.95 euro.
«Possiamo dire – spiegava ieri l’avvocato della difesa – che le banche non sempre hanno ragione: che di fronte alle loro richieste, con l’aiuto di un perito competente come il nostro e la preventiva verifica di calcoli è possibile reagire e tutelare il correntista, visti anche gli strumenti normativi veloci a disposizione, come accaduto in questo caso».
Fonte: lanuovaferrara.gelocal.it del 10.03.2016