Pignoramento presso la sede di Banca Carime di Cosenza, per un illegittimo addebito ai danni di un imprenditore tortorese.
L’ufficiale giudiziario ha espropriato 17.181,71 euro, in ottemperanza ad una Sentenza del Tribunale di Paola, ottenuta dall’avvocato dell’imprenditore, per conto del suo assistito.
L’avvocato ha citato in giudizio l’istituto di credito per anatocismo, un illegittimo addebito di interessi capitalizzati risalente al 2001. All’imprenditore di Tortora, nello stesso anno, fu revocata la linea di credito aperta presso la filiale della Carime di Praia a Mare, per un presunto debito di 56milioni di lire, che fu poi ceduto a Banca Intesa.
Tale credito è risultato però essere inesistente ed anzi ad essere creditore della banca era in realtà l’imprenditore stesso.
Nonostante il legale avesse diffidato l’istituto di credito a pagare l’importo che il Giudice aveva indicato come saldo attivo del conto corrente a dicembre 2011, la banca si è limitata a risarcire le sole spese legali.
Lo studio legale, per conto del suo cliente, si è rivolto nuovamente al Tribunale, cui ha presentato ricorso per ingiunzione di pagamento della somma di 17.181,71 euro, oltre agli interessi legali. Si è quindi proceduto al pignoramento della somma dovuta presso la banca debitrice.
Nel 2004, il titolare dello stesso conto, aveva già ottenuto una sentenza favorevole per interessi non dovuti. Anche in questa occasione, davanti all’opposizione della banca, l’imprenditore tramite il suo legale è riuscito ad ottenere il risarcimento per mezzo di pignoramento dell’importo presso l’istituto di credito.
“Questa vicenda – ha spiegato l’avvocato – oltre alla particolarità dei due pignoramenti subiti dalla Banca Carime su uno stesso rapporto, per violazioni della normativa di settore, rappresenta un importante precedente per le azioni di rimborso da parte dei correntisti su conti ancora non estinti, per i quali è attiva una linea di credito anche nel caso in cui la banca abbia chiesto il rientro”.
Fonte strilli.it del 29/10/2015